Tortoreto è un comune del teramano che fa parte della Val Vibrata, si affaccia ad est sul mare Adriatico ed è delimitato a sud, al confine con Giulianova, dal fiume Salinello, mentre a nord confina con Alba Adriatica, e nella zona collinare, a ovest, è circondato dai comuni di Corropoli, Sant'Omero e Mosciano Sant'Angelo.
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Il paese si articola in due parti differenziate fra di loro: la prima, più antica, si trova in collina, è nota come Tortoreto Alto ed è situata fra i 225 e 240 m sul livello del mare. A sua volta Tortoreto Alto è costituito dall'antico borgo medievale e dai due rioni tradizionali di Terravecchia e Terranova.
Più nota e frequentata è la frazione Tortoreto Lido, sul livello del mare, attraversata dalla Strada Statale Adriatica e dalla Ferrovia Adriatica. Ha una spiaggia lunga circa quattro chilometri ed è una località balneare molto attrezzata che richiama, d'estate, un notevole flusso di turisti.
Il centro storico è posto su una collina alta 227 mt. In epoca romana era chiamato
Castrum Salini.
L' Ager Palmensis comprendeva la città di Palma, scomparsa, il Castrum Salini, Alba del Piceno e i due villaggi di Servium e Salinum secondo lo storico Plinio il Vecchio e Procopio di Cesarea (De Bello Gotico).
Il territorio tra il Salino e la Vibrata fino ai confini di Sant’Omero e Corropoli ebbe travagliati periodi con le monarchie feudali. Nel 867 l’Imperatore Ludovico II donò il nostro territorio (detto Turturitus) all’Abate Bertario di Montecassino. Sorsero più di 14 chiese sulle colline patronate dai Duchi di Atri o dagli Abati cassinesi. Con Carlo d’Angiò il feudo passò a Berardo da Tortoreto, eminente personaggio dell’Abruzzo medievale, eletto Giustiziere di Abruzzo e poi di Sicilia col titolo di Viceré. Berardo divenne signore di molti paesi.
Nella seconda metà del 1500 si verificarono scontri tra le truppe francesi e spagnole sul fiume Tronto e sulle colline di Tortoreto.
Nel '600 le coste adriatiche erano battute dalla pirateria e dal banditismo nonché da assalti di navi turche e sotto il dominio spagnolo iniziò il periodo della decadenza sociale ed economica.
Il Comune amministrava pochi beni spesso venduti a beneficio del Re di Napoli.
Baroni e Comuni furono sovraccaricati di tasse. Oltre all’amministrazione comunale c’era l’amministrazione delle cappelle laicali che erano cinque, alle quali erano stati affidati o donati molti terreni a beneficio delle Compagnie o Confraternite. Con l’avvento di Napoleone esse furono ridotte solo a tre e infine con decreto di De Pretis furono cedute alla Congregazione di carità. L’esercito francese con le nuove idee di uguaglianza e libertà causò gravi danni alle chiese da dove scomparvero importanti opere d’arte e documenti antichi, ma anche a Tortoreto si innalzarono gli alberi della libertà e sorsero i primi movimenti carbonari.
Con l’avvento del fascismo Tortoreto fu espropriato della Sede Comunale, della Caserma dei Carabinieri, della Farmacia, della Tesoreria, del Medico condotto. Nel 1934 scoppiò la ribellione popolare contro le Autorità, il Preside della Provincia, il Podestà e il Segretario del Fascio. Furono imprigionate quattro donne e un uomo e dopo due mesi e mezzo furono tutti assolti per insufficienza di prove.
La seconda guerra mondiale lasciò una grave eredità di distruzione e di morte. Tortoreto Lido e Tortoreto Stazione furono distrutte per buona parte mentre la miseria dilagava. Difficile e lungo fu il percorso della ricostruzione. Nel 1956 dopo libere elezioni il Comune fu diviso e Alba Adriatica sorse come Comune indipendente con 9 Km quadrati.
Oggi Tortoreto è un centro balneare importante della costa adriatica, vanta una flotta di barche per la pesca delle vongole, a strascico e a volante, ed una zona industriale sempre attiva e fabbriche di mobili, di metallurgia e di confezioni. Il bel lungomare è ricco di alberghi, pensioni e villaggi turistici.
Il centro storico presenta un’architettura medievale divisa in tre zone: Terravecchia, Terranova e Borgo. Terravecchia è l’incastellato più antico contornato da mura a scarpa, dalla torre dell’orologio fino a palazzo Liberati. Ivi sorse l’antica parrocchia di S.Eufemia la cui chiesa è stata intitolata prima a S.Antonio, poi a S.Agostino. Terranova è unita con un ponte in laterizio a Terravecchia e termina con il torrione e la prepositura di S. Nicola.
Intorno al 1400 si sviluppò la parte esterna del paese, il Borgo, fino alla chiesa del Carmine (ex S. Rocco).