Centro collinare sorto nell'alto Medioevo nelle immediate vicinanze di un insediamento preromano.



La comunità dei loretani o loretesi è distribuita in alcuni aggregati urbani elementari, rispetto ai quali il capoluogo comunale, con la sua moderna espansione, ha una posizione di preminenza.



La discontinuità che si riscontra nel profilo geometrico del territorio comunale deriva dalla compresenza di aree pianeggianti, contigue al letto del fiume Tavo-Saline, e di rilievi collinari dalla pendenza talora piuttosto accentuata. La diffusione delle viti e degli olivi testimonia la mitezza del clima, a cui contribuiscono le quote modeste e la vicinanza del mare. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, una pianta di olivo sorge da una fontana; due colombi, posti sul bordo di quest'ultima, stringono a loro volta nel becco due ramoscelli di olivo.



Le necropoli di Colle-Fiorano e Farina-Cardito testimoniano l'esistenza di un insediamento italico ad un passo dall'attuale abitato, che nel nome conserva la memoria dei lussureggianti boschi di alloro ormai scomparsi.



Distrutto in epoca romana e risorto nell'alto Medioevo, il centro fu sede di contea normanna, conobbe svariate signorie e fu teatro di importanti avvenimenti; infondata è tuttavia la leggenda popolare secondo cui, quando nel 1330 la sua famiglia assunse il controllo del feudo, S. Tommaso d'Aquino fece visita ai parenti -a quella data, infatti, il grande filosofo era da lungo tempo scomparso-. Nel XV secolo il borgo fu assegnato ai D'Avalos, a cui subentrarono i Caracciolo.



Nella parte alta del paese si erge il castello medievale, oggi palazzo Chiola, accanto alla mole imponente della chiesa madre di S. Pietro Apostolo, mentre poco più in basso la chiesa trecentesca di S. Francesco fa bella mostra del suo artistico portale, di un possente campanile e di uno splendido organo barocco. Fuori dell'abitato la chiesa di Santa Maria in Piano conserva affreschi del Giudizio Universale e della vita di S. Tommaso d'Aquino.