Comune montano di impianto medievale, specializzato nella produzione artigianale di fuochi d'artificio; nel suo panorama economico predominano da sempre le attività rurali, sostenute da un vivace commercio.



La comunità dei cerchiesi, che presenta un indice di vecchiaia di poco superiore ai valori medi, è per lo più concentrata nel capoluogo comunale, che deve la sua fisionomia moderna all'opera di ricostruzione resa necessaria dal terremoto dell'inizio del secolo.



Il territorio comunale, che possiede un'isola amministrativa fra il comune di Collarmele e quello di Aielli, presenta un profilo geometrico dolce e uniforme: occupato dalla sezione nord-orientale del Fucino, si mostra allo sguardo come una piatta o leggermente ondulata estensione di coltivi. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, tre monti e una stella a sei raggi sono inscritti in una "rotella" a sua volta sormontata da un leone.



La leggenda vuole che il primo aggregato urbano sia sorto intorno ad un grandioso circo costruito dai romani per l'inaugurazione dell'emissario claudiano del lago Fucino. A questa tradizione si connette la fantasiosa etimologia del toponimo, che più verosimilmente deriva dall'italico Ocriculum, ovvero 'piccolo monte'.



La prima menzione della località è contenuta in una bolla di papa Bonifacio VIII datata 1300 ed è probabile, anche se non documentato, che i vari casali sparsi sul territorio abbiano formato nel XVI secolo un' Università sottoposta alla contea di Celano. Nel 1806 il comune divenne frazione di Celano, da cui si staccò nel 1811; per qualche anno fu aggregato a Collarmele e divenne pienamente autonomo solo nel 1816.



Il terremoto del 1915, oltre a causare un'immane falcidia di vite umane, provocò il crollo della parrocchiale e lesionò la maggior parte delle strutture architettoniche cerchiesi. Oggi sopravvivono pochi resti del centro storico di impostazione urbanistica medievale: di particolare interesse sono l'ex convento seicentesco degli Agostiniani Scalzi, sede del municipio e del museo civico istituito nel 1986, e la chiesa di San Bartolomeo, che si fregia di un portale cinquecentesco e, all'interno, di una croce processionale argentea di scuola sulmontina (1484), di tre pregevoli statue cinquecentesche in terracotta e di una via crucis artistica di scuola abruzzese-romana.