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Comune di Scanno
Via Napoli
67038 - Scanno (AQ)
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Descrizione:
Scanno è un antico borgo medievale in pietra arroccato su uno sperone tra le montagne dell'Appennino, in provincia de L'Aquila nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Adagiata su uno sperone, al centro di una delle più belle valli dell'Aquilano, quella del Sagittario, è località di soggiorno e sport, estivo e invernale; al turista offre attrezzature ricreative, bellezze naturali ed artistiche, folklore, artigianato (oreficeria e tombolo).
Caratteristico è l'abitato antico, per le sue vie spesso gradonate, dalle quinte in pietra, illeggiadrite da capricciosi portaletti e da finestre settecentesche, che testimoniano il periodo di floridezza economica dovuto all'attività armentaria. Fotografi illustri come Cartier-Bresson, Giacomelli, Scianna, ne hanno immortalato scorci e personaggi. Il più importante monumento è la parrocchiale di S. Maria della Valle, che presenta una facciata ornata da un bel portale romanico; all'interno, notevoli arredi marmorei e lignei, settecenteschi, opera di artisti di Pescocostanzo, e dei Bencivenga, ebanisti di Raiano.
Altri pregevoli edifici sacri sono S. Eustachio (con interno barocco), S. Maria delle Grazie (dall'armoniosa decorazione settecentesca a stucco) e S. Antonio da Padova (con portale del tardo Cinquecento e interno barocco, affrescato nei primi decenni del XVIII secolo, da Giambattista Gamba.
Nei dintorni è da vedere la suggestiva chiesetta della Madonna del Lago (La Nunciata), sulle sponde del grande specchio d'acqua che ha preso il nome da Scanno. In settembre vi si tiene il Premio Scanno (con varie sezioni, tra le quali Letteratura e Giornalismo).
Ritrovamenti sporadici sul territorio hanno restituito elementi di corredi funerari risalenti all'età del ferro; resti di strutture murarie attestano la presenza di un insediamento romano in età imperiale. Dell'attuale abitato non si hanno notizie prima dell'XI secolo; nella seconda metà del secolo successivo il paese era feudo dei "di Sangro"; rimase proprietà di questa potente famiglia sino al tardo Duecento, quando per via ereditaria passò ai d'Aquino.
Alla fine del periodo feudale (1806) apparteneva ai Caracciolo di Melissano. Nel corso della sua storia l'abitato ha subito i danni causati dalle devastazioni operate, nel terzo decennio del Duecento, dalle truppe pontificie, e dai terremoti che funestarono la regione tra la metà del Trecento e i primi del Settecento.