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Comune di Luco dei Marsi
Via Duca degli Abruzzi 1
67056 - Luco dei Marsi (AQ)
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Descrizione:
Il territorio di Luco dei Marsi è posto al centro del Sistema dei parchi e delle aree protette abruzzesi, la posizione privilegiata nella rete delle comunicazioni del Centro Italia lo rende facilmente raggiungibile dalle grandi città.
In questo luogo, considerato sacro e magico sin dall'antichità, coesistono natura, storia e mitologia e molti sono i monumenti, le opere d'arte e i resti archeologici che vanno dall'età del Bronzo fino al Medioevo e al Rinascimento.
Caratteristico anche il centro storico con i tipici vicoli gradonati che scendono verso l'antica riva del lago Fucino e che conservano la memoria del passaggio da borgo di pescatori a paese di agricoltori.
Infine la presenza di strutture ricettive, servizi e una buona offerta di attrezzature per il tempo libero assicurano al visitatore occasionale e al turista un soggiorno sicuramente interessante e piacevole.
Il territorio di Luco dei Marsi risulta frequentato dall'uomo da almeno settantamila anni, come testimoniato da ritrovamenti effettuati all'interno di Le Grotte (sentiero S3). All'età del Bronzo risalgono invece i villaggi localizzati nelle località Pozzo Sant'Angelo, Petogna, Strada 45 e lungo la via dei Pozzi.
Questi insediamenti furono abbandonati per l'innalzamento del livello del lago e gli abitanti si spostarono in centri d'altura: tracce sono state rinvenute sul monte Pinna ed all'interno della cinta di Angitia.
Il periodo italico - Numerosi ritrovamenti (resti di necropoli e un disco-corazza) e una citazione di Dionisio di Alicarnasso, testimoniano che Angitia era un centro di una certa importanza già dal VII-IV secolo a.C., periodo a cui sembrano risalire anche le imponenti mura poligonali. I Marsi parteciparono attivamente alla Lega italica e si opposero militarmente all'occupazione romana.
La romanizzazione - Dopo le Guerre sociali, Angitia divenne Municipio romano: conobbe cosí un periodo di ulteriore sviluppo, tanto da essere citata sia nell'Eneide di Virgilio che nelle opere di Tolomeo.
I centri di altura persero la loro importanza strategica e furono gradualmente sostituiti da nuovi insediamenti di pianura, si costruirono nuove strade carrabili, acquedotti, teatri e lungo le rive del lago si moltiplicarono le ville rustiche e del patriziato romano: la Tiburtina-Valeria fu prolungata fino a Pescara.
Il prosciugamento - Il processo di romanizzazione culminò nel '52 d.C. con il prosciugamento del Fucino ad opera di Claudio. I successivi prosciugamenti di Traiano ed Adriano ridussero la superficie del lago entro i limiti dell'attuale Bacinetto: la città di Angitia si estese quindi anche fuori dalle mura e i terreni emersi dal lago furono centuriati.
Torna il lago - Con la decadenza dell'Impero anche la Marsica subisce le invasioni barbariche: Angitia viene saccheggiata, le popolazioni sono decimate da carestie ed epidemie e il degrado del territorio provoca già dal VI secolo il ritorno del lago agli antichi livelli. Con la dominazione normanna gli abitanti realizzarono, all'interno della cinta di Angitia, l'incastellamento medievale intorno al monastero benedettino e alla chiesa di S. Maria e lo abitarono fino al XII secolo, quando il paese fu spostato nel luogo attuale.