Descrizione:
Abbateggio si trova sulle pendici settentrionali della Majella.
Il centro abitato di Abbateggio, sede comunale, si trova a 450 metri sul mare in bella posizione panoramica con vista che spazia dal Massiccio del Gran Sasso sino al mare Adriatico. Il territorio comunale ha una superficie di circa 16 km2, di cui oltre due terzi nel Parco nazionale della Majella.
La Valle Giumentina fu abitata sin dal paleolitico, come testimoniano gli interessanti ritrovamenti, effettuati dal prof. Antonio Mario Radmilli dell’Università di Pisa, di manufatti derivanti dalla lavorazione di ciottoli. La particolarità di questa lavorazione e l’abbondanza di reperti hanno fatto di questo sito uno dei più importanti in Abruzzo per lo studio della paletnologia, tanto che la fase più recente dell’industria clactoniana (selci lavorate a percussione su incudine, con piano di percussione inclinato rispetto a quello di distacco) viene definita appunto facies di Valle Giumentina.
Le origini dell’abitato attuale sembra possano farsi risalire agli anni immediatamente successivi alla fondazione del monastero di San Clemente a Casauria ad opera di Ludovico II (871 d.C.).
Il toponimo pare derivi dal nome personale proprio Badeius anche se in merito non c'è alcuna certezza.
Tra i feudatari che si sono avvicendati nel corso dei secoli ricordiamo: Riccardo Trogisio (1140), Bertrando del Balzo (1269), Corrado Acquaviva, Agnese de Trogisio (1355), Giovanni de Ursinis (1382). Nel 1390 Abbateggio risultava in potere del Regio Demanio mentre nel 1479 ne era feudatario Giovanni Luigi Fieschi di Genova. Il 18 aprile 1487 il re Ferdinando I d’Aragona dona il Contado di San Valentino, comprendente, oltre la stessa San Valentino, Pianella, Bacucco (l’attuale Arsita) Abbateggio e il Casale di Cusano (attualmente frazione di Abbateggio), a Organtino de Ursinis. Tale concessione fu confermata nel 1507 al figlio Francesco de Ursinis che però vendette il contado a Giacomo de Phrigiis Penatibus della Tolfa, avo di quel conte Carlo che, il 3 febbraio 1583 vendette la proprietà a Margherita d’Asburgo (detta Margherita d’Austria), moglie di Ottavio Farnese duca di Parma e Piacenza. Il Castello di Abbateggio rimase proprietà dei Farnese sino al 1731 quando, con l’estinzione del casato farnesiano, il Ducato di Parma e Piacenza passò a Carlo III di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V e di Elisabetta Farnese. Da questo momento in poi il nostro paese ritorna sotto il dominio del Regno di Napoli.
Durante i moti del 1799 le masse di Abbateggio si unirono a quelle dei paesi limitrofi sotto la guida del capo-massa sanfedista Francesco Paolo De Donatis per combattere contro i francesi della repubblica Partenopea e favorire la restaurazione dei Borbone. I briganti furono però sconfitti ed annientati dalle truppe francesi nei dintorni di Manoppello.
Come comune indipendente, Abbateggio venne soppresso nel 1929 nell’ambito della riorganizzazione amministrativa voluta da Mussolini che lo riunì sotto un’unica giurisdizione assieme a San Valentino e Roccamorice.
Il comune di Abbateggio venne ricostituito nel 1947.
Abbateggio ha dato i natali a Mariano d’Abbateggio, monaco celestino, che fu generale della sua congregazione e profondamente edotto in filosofia e teologia; venne nominato governatore della città dell’Aquila nel 1317.