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Comune di Canosa Sannita
Via Vittorio Emanuel 32
66010 - Canosa Sannita (CH)
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Descrizione:
Canosa Sannita è un comune della provincia di Chieti ed è collocata su una modesta altura tra le valli dei torrenti Venna e Sant'Onofrio, tra il massiccio della Maiella e il mare Adriatico.
Il comune fa parte dell' "Unione dei Comuni della Marrucina" ed è gemellato con il quartiere di Möhringen (Stoccarda, in Germania) e con Kaunas, in (Lituania). Aderisce inoltre all'associazione "Città del vino d'Abruzzo", che comprende venti comuni abruzzesi, e al "Patto territoriale chietino-ortonese" per l'occupazione e lo sviluppo integrato del territorio.
Nel IX secolo sono citate due fare di pertinenza della chiesa di San Silvestro, di proprietà del nobile longobardo Maione. Questi possedimenti saranno quindi ceduti all'abbazia di Montecassino.
L'insediamento di Canosa è citato nel IX secolo tra i possedimenti abbaziali e fu quindi donato nel 1113 al vescovo di Chieti.
Nel XIII secolo viene ricordato il castello, in possesso di Guglielmo di San Giuliano, "giustiziere d'Abruzzo" e fedele al re Manfredi, che vi pose una guarnigione comandata dal capitano Roano. Il castello passò in seguito nelle mani del "vicesecreto" d'Abruzzo ed è ricordato in un documento del re Carlo d'Angiò, al comando del capitano di Lanciano Roberto Morello. Feudatari del castello nei secoli successivi furono Riccardo di Sant'Apollinare e Gentile di Lettomanoppello. Il feudo era suddiviso in otto "frazionamenti", a ciascuno dei quali era a capo un signore.
Nel 1531 Canosa passò sotto Emanuel de Vega, in seguito alla ribellione di Lanciano, al quale apparteneva il feudo, contro l'imperatore Carlo V. Nel 1533 Alfonso Roderigo governava i castelli di Ari, Arielli e Canosa. In quell'epoca era attiva a Canosa la produzione artigianale di macine da mulino. Il feudo si trovava al confine tra i territori delle diocesi di Ortona e di Lanciano (attualmente riunite nell'arcidiocesi di Lanciano-Ortona), che se ne contesero la gestione. Nel 1625 il feudo passò alla famiglia Valignani e quindi ai Celaya: i mariti delle numerose figlie della famiglia esercitarono il dominio sui frazionamenti del territorio canosino.
Dopo l'abolizione della feudalità nel 1806, Canosa partecipò alle vicende risorgimentali. Con l'annessione al Regno d'Italia nel 1861 aggiunse al nome di "Canosa" l'epiteto di "Sannita", per distinguersi da Canosa di Puglia fu interessata dal fenomeno del brigantaggio: si ricorda la presenza nel territorio del brigante Nunziato Mecola.
A partire dal 1862 Canosa fu uno dei monti frumentari, istituzioni di prestito di grano e cereali per i paesi vicini, che assisteva circa trecento persone.