Descrizione:
Il comune è diviso in due realtà San Giovanni Teatino, che è il borgo storico sul colle, e Sambuceto, insediamento urbano in continua crescita, sede di un’ampia zona commerciale e una importante area industrializzata. Il territorio si estende per 18,19 Kmq su un’area intensamente coltivata, popolata di abitazioni disperse sui fondi che, nella pianura a destra del fiume Pescara, si accentrano nel notevole aggregato urbano di Sambuceto, senza soluzione di continuità con l’agglomerato dell’attigua città di Pescara. La documentazione più antica è risalente all’epoca medievale, precisamente al 1095, anno in cui è attestata la menzione di un “castellum Furca” (castello di Forca) e di una “silva Sambuceti” (foresta di Sambuceto), oggetto di una donazione da parte del conte normanno Roberto I di Loritello alla Chiesa di Chieti, nella persona del Vescovo Rainolfo (1085-1105). Uno dei tratti peculiari dell’antico territorio di San Giovanni Teatino – Sambuceto fu quello di gravitare all’interno di un ambito caratterizzato dalla presenza di due centri demici di un certo rilievo: Aterno (Pescara) e Chieti. Sin dall’epoca che va dalla fine dell’XI all’inizio del XII secolo, molteplici e complessi furono i rapporti che intercorsero fra queste città e l’allora castello di Furca e Sambuceto, che nelle fonti viene definito silva (foresta). Chieti fu centro del potere episcopale e del potere comitale, almeno fino ai normanni, ed esercitò su Furca un’attrazione di tipo politico-istituzionale. Il castello seguì le vicende istituzionali del territorio teatino divenendo, con il vescovo normanno Rainolfo, un centro di potere politico militare a servizio della signoria territoriale, esercitando un ruolo strategico per il fatto di ospitare i placiti giudiziari ed essere sede di una guarnigione militare. Dalla metà del XII secolo la crescita della popolazione portò alla costruzione al suo interno della chiesa di San Giovanni, dalla quale deriva l’attuale nome di San Giovanni Teatino e che evidenzia come, nel frattempo, tale centro si era trasformato e accresciuto e, con l’aumento della popolazione, aveva raggiunto una sua autonoma configurazione demica. Dal canto suo la silva Sambuceti si presenta sin dal 1095 come una località precisa ed individuata chiaramente, seppur dipendente dal castello di Forca ma, già da allora, orientata verso la vicina città di Aterno, i cui uomini esercitavano su di essa antichi diritti di sfruttamento del legname. Se la conquista normanna ebbe l’effetto di allentare i legami tra Furca e Aterno, il territorio di Sambuceto e la sua silva nel 1226 risultano ormai alle dirette dipendenze di Aterno, città il cui nome è diventato Pescara. Il nome di “Forca” è collegato all’idea di “valle stretta” (si ricordino le famose “Forche Caudine” dei Romani); “bobolina”, invece, deriva da “bos-bovis” (bue), e non da “populus” (pioppo – Forcapopolina). La riprova di questo significato è data dal fatto che, negli antichi documenti, non troviamo mai “Forcapopolina”, ma “Forcabobolina” o “Forcabovolina”. Di Forcabobolina si fa menzione negli antichi documenti, specie ecclesiastici. Eccone qualche esempio eloquente. Nel 1095 Roberto Conte dei Conti dona alla Chiesa Teatina, S. Gerusalemme e S. Salvatore in Aterno (Pescara), il castello di Forca e altre chiese. Nel 1099 il vescovo di Chieti, Rainolfo, dona il Castello di Furca insieme a quello di Villamagna a due suoi nipoti, Guglielmo e Gilberto, normanni.Nel 1115 il Papa Pasquale II, confermando alla Chiesa Teatina le donazioni fatte da Roberto, conte di Loretello, di Tascione, di Roberto e di Guglielmo, fa scrivere: In teatino autem comitatu castellum Sancti Pauli et castellum quod Furca dicitur” (= Nella contea teatina, il castello di S. Paolo “Colle S. Paolo” e il castello detto “Forca”).