Fano Adriano è un comune di 407 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo.
Il paese è sito alle falde del massiccio del Gran Sasso, all'interno del
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Fa anche parte della Comunità montana Gran Sasso. È raggiungibile in pochi minuti d'auto dalla Strada maestra del Parco.
Il nome Fano Adriano deriva forse da
Fanum Adriani, nome già in uso al tempo degli antichi romani che vi abitavano come dimostrerebbe i probabili resti di un tempio situati sul colle San Marcello.
Il paese viene citato su documenti ufficiali per la prima volta nella metà del Quattrocento. In quel periodo il borgo era feudo di Giacomo Antonio Orsini. Quindi il suo possesso passò a Antonello Petrucci, Pardo Orsini e Alarcon Y Mendoza. Solo nel 1806 è divenuto comune autonomo. Il paese, sito lungo la valle del Vomano, ha un caratteristico aspetto medievale e conserva edifici di un certo interesse. Fano ha dato, probabilmente, i natali a
Carlo Riccioni, una delle personalità artistiche più interessanti del barocco abruzzese. Vi è nato, inoltre, don Giuseppe Zilli, giornalista, fondatore di alcune testate di ispirazione cattolica e direttore per molti anni del settimanale "Famiglia Cristiana".
Nella parte più antica dell’abitato è sita la chiesa parrocchiale con una facciata cinquecentesca, il campanile del 1550 ed il portale realizzato nel 1693 che reca nella lunetta delle maioliche di Castelli ottocentesche attribuibili a Tito Barnabei. Il suggestivo interno, a tre navate con due cappelle laterali che simulano un transetto, ha un soffitto ligneo a cassettoni mentre il fastoso altare maggiore e i due delle cappelle laterali, in legno scolpito, intagliato e dorato, hanno uno stile barocco influenzato da Bernini. Di grande interesse è la simbologia presente in essi legata al mondo rituale e magico della tradizione abruzzese (lingua fallica, cariatidi che impudicamente mostrano i seni e il pube etc etc)
Pregevolissimo è l'organo settecentesco , opera di Adriano Fedri, posto su cantoria mistilinea intagliata dipinta e dorata. La chiesa conserva altresi alcuni dipinti cinquecenteschi e seicenteschi tra cui un "Trionfo dell'immacolata" dei ravennati Ragazzini, un "Sant'Antonio abate con storie della sua vita" di ignoto pittore meridionale e una "Sant'Anna con la Vergine Maria". Sul retro della Chiesa, vi è una nicchia affrescata con "La vergine del Rosario", guasta opera di un allievo del Barocci.
Sul colle San Marcello vi è l'eremo dell'Annunziata nella cui chiesa è conservato un bell'altare barocco in stucco e affreschi di tipo popolaresco purtroppo in pessime condizioni di conservazione.
Nel quartiere denominato Villa Moreni è posta la chiesetta di San Rocco nella cui semplice aula si custodisce una pala seicentesca di toccante ingenuità e opere d'arte contemporanea tra cui un Crocefisso ligneo di Roberto Bentini, l'altare di Silvio Cortellini e un rilievo ceramico di Ugo Lucerni raffigurante "L'adorazione dei pastori".
Nella Frazione Cerqueto sorge l'antichissima chiesa di Sant'Egidio più volte restaurata, si presenta oggi come una costruzione a due navate dove sono conservati affreschi cinquecenteschi di notevole interesse tra cui una singolare annunciazione di un autore locale facente parte della cerchia del Delitio.