Descrizione:
Crognaleto è un comune di circa 1600 abitanti, situato nella parte più alta della montagna teramana, tra il Gran Sasso e il Monte Gorzano. Le sue numerosissime frazioni si estendono su un elevato altopiano, ricco di pascoli, di boschi e di scroscianti acque.
Dalla Costa della Rocca fino a Piano Vomano, su una strada millenaria, "La Tornara", sono visibili siti archeologici di straordinaria importanza, quali quelli di Colle del Vento e Colle Santa Lucia, che conservano ancora sotto un manto di argilla, i resti di un villaggio neolitico di oltre quattromila anni fa, quali fondi di capanne, ceramiche dipinte ed incise, strumenti litici, (raschiatoi, bulini, scheggie).
A lato della "Tornara" si estende un sito altomedievale completamente distrutto le cui testimonianze sono visibili in numerosi mucchi di pietre, le cosiddette "Maciarine", tra le quali non è raro rinvenire frammenti di tegole, anfore e ceramica varia; e di tanto in tanto strumenti di selce di periodi precedenti.
Sul prolungamento del sito si eleva uno sperone naturale che guarda la Valle del Vomano: sulla parte più alta sono visibili copiosi resti di un tempio romano e sui due lati i ruderi di due muraglie da terrazzamento realizzate con grandi blocchi di arenaria. La muraglia meglio conservata, quella esposta ad ovest, si estende per ventidue metri ed è alta quattro metri; presenta due crolli laterali di cui uno recentissimo, ha la parete molto inclinata verso l'esterno e necessita di restauro e consolidamento.
Il tempio, posto nel punto più alto del colle, è costruito da un ampio vano realizzato con grossi blocchi squadrati di travertino con pavimento mosaicato, manomesso da scavi clandestini e con ceramiche allo stato di frammenti, di pregevole valore artistico. La presenza di punte di lancia e bronzi fanno pensare all'uso del sito anche in epoca preromana.
In epoca medievale il tempio romano è stato trasformato in chiesa di San Martino e recentemente molti blocchi di travertino sono stati trasportati a valle e utilizzati per un rifugio pastorale.
La storia di questo immenso territorio è antichissima e di grande prestigio. Dopo le battaglie di Benevento (1266) e di Tagliacozzo (1268) che segnarono il passaggio del Regno di Sicilia dagli Svevi agli Angioini, il Barone Giacomo di Roseto, strenuo partigiano degli Hohenstaufen, venne privato del castello di Roseto, di un mulino sul fiume Vomano e di altri beni in Montorio e fu costretto all'esilio. I suoi beni furono concessi al Barone Francese Riccardo Beauvoir.
La tradizione vuole che Senarica, uno dei centri più famosi, ricevesse dalla Regina Giovanna I un privilegio col quale veniva insignita del titolo di Repubblica, e stringesse un patto di alleanza con la Repubblica di Venezia. Di ciò non si hanno però prove documentali certe.
Sappiamo invece con certezza, perchè desunto da un documento del 1465, conservato presso l'Archivio Storico di Napoli, che Senarica, o Poggio Ramonte, fosse proprietà di alcuni suoi abitanti, e precisamente di Cianto Francesco e Giacomo Antonio, che vi ricavavano una rendita di ducati XXV.
Un paese libero quindi, non detenuto da famiglie feudali esterne, ma di proprietà di alcuni suoi cittadini.
Già nel 1411 Angeluccio e fratelli di Poggio di Ramonte erano numerati fra i Baroni che non avevano pagato al re l'Adoa per intero.
Nel 1500 Ciantro, Giovan Filippo, Iacopo Antonio, e Francesco Angeluccio del Poggio risultavano possessori delle terre di Poggio Ramonte e di Poggio Umbricchio, di Alareno, e di Villa Umani.